27 Set Chi ha i Denti più Sani in Europa?
Da una ricerca svolta dalla Qunomedical sulla salute dentale delle popolazioni di 24 Stati membri dell’Unione Europea, l’Italia risulta essere al primo posto.
Uno studio sui paesi europei ha scoperto che le persone in Italia, Germania e Spagna hanno la migliore salute dentale in Europa. I 3 paesi hanno superato un indice compilato dalla piattaforma medica digitale Qunomedical, che ha censito la salute dentale delle popolazioni europee, nonchè i fattori ambientali e di stile di vita che la influenzano. I ricercatori di Qunomedical hanno valutato la salute dentale delle popolazioni di 24 Stati membri dell’Unione Europea, oltre al Regno Unito e alla Svizzera.
I Paesi sono stati classificati in base ad un indice basato sui dati disponibili relativi alla salute dentale e ai fattori di salute dentale, incluso l’accesso alle strutture dentali e alle scuole odontoiatriche, strategie di fluorizzazione e consumo di alcool, zucchero e tabacco.
L’Italia è stata classificata al primo posto nell’indice dei denti più sani, nonostante si sia classificata al settimo posto tra i 26 Paesi per le condizioni della salute orale, ottenendo un punteggio di 1,2. Si è scoperto che la popolazione italiana aveva accesso ad un numero elevato di strutture odontoiatriche: 77 per 100.000 abitanti. L’indice ha mostrato che il consumo medio annuo di alcool pro capite delle persone di età pari o superiore a 15 anni era di 7,5 litri, che circa il 24% fumava e che il consumo annuo pro capite di zucchero era di 27,2 Kg. Al secondo posto la Germania e al terzo la Spagna. Lettonia, Slovacchia e Croazia sono stati i Paesi con punteggio più basso. La Grecia si è classificata al 16° posto, ma ha risultato avere il maggior numero di strutture odontoiatriche, 125 per 100mila abitanti e un alto consumo di tabacco. La svizzera, al 15° posto, ha riscontato il più alto consumo di zucchero, 49,5 Kg pro capite l’anno.
L’indice dei dei più sani è stato compilato in occasione della Giornata Mondiale della Salute Orale 2020.
Fonte: Dental Tribune, Luglio-Agosto 2020, Anno XVI numero 7+8